Umberto Albanese nasce nel 1950 a Casarano, in provincia di Lecce. Da autodidatta inizia presto a dipingere, prediligendo il genere figurativo. Dopo la maturità classica si trasferisce a Pavia dove consegue la laurea in Medicina e si specializza in Cardiologia. In quel periodo, alla passione per la pittura non può che dedicare solo ritagli di tempo, fino ad interrompere completamente per diversi anni dopo l'assunzione in Policlinico nel 1977.   I successivi viaggi nelle capitali europee gli consentono di visitare i più importanti musei di arte moderna, dischiudendo ai suoi occhi una nuova concezione artistica che sente subito molto più vicina alla sua sensibilità. Le opere di Van Gogh, Cezanne, di Itten, Klee e Rothko, fungono da stimolo per riprendere la pittura, ma ne sconvolgono radicalmente la tecnica e la tavolozza. Ne risentono i suoi paesaggi, dove le pennellate divengono più pastose e il cromatismo più acceso, conferendo alle opere un impianto sempre più intimista. Nel 1993 inizia l'attività espositiva. Tra le più significative si ricordano:l'esposizione alla galleria Fidia di Roma, all'Ateneo San Basso di Venezia, al Museo delle Regole di Cortina d'Ampezzo, al Palazzo delle Esposizioni di Roma e in quello di Firenze. In quegli anni instaura un rapporto di collaborazione con la Ken's Art gallery di Firenze che nel 1998 lo espone all' Arte Fiera di Bologna e alla mostra sulle "Avanguardie contemporanee" a Venezia. Sono gli anni in cui il processo di trasformazione della sua pittura si fa sempre più evidente. Il suo lavoro, già in parte collocato fuori dalla figurazione, si svincola totalmente dalla rappresentazione della realtà per abbracciare l'astrattismo cercando in esso delle nuove potenzialità attraverso un uso particolare del colore unito a spessi impasti materici, con lo scopo di realizzare lavori fortemente fisici. Il riferimento iconografico lascia il posto ai "segni", ad una scrittura gestuale coagulata nello spessore della materia:espressione di un codice non formale, un nuovo alfabeto più consono alla comunicazione dell' invisibile. L'uso di simboli e segni ancestrali rappresenta un tuffo nel passato più remoto: lì da dove tutto ha avuto inizio.E'un bisogno di riscrivere l'esperienza umana in una chiave nuova e personale che non tiene conto di regole già stabilite e, perciò, libera da ogni condizionamento e in grado di esplorare nuovi mondi ancora sconosciuti. Poiche' ciò che cade sotto i nostri sensi rappresenta solo una parziale conoscenza della realtà,attraverso le sue opere egli si spinge ad esplorare tutto ciò che il formale limita o nasconde.Ecco che allora nasce l'esaltazione del colore:essenza pura che dà vita alla forma stessa,definendola,sì,ma anche imprigionandola.Lì, dove invece le forme scompaiono, resta solo il colore coniugato in tutte le sue sfumature, negli accostamenti e nei contrasti più arditi.Il colore puro diventa pertanto, nella sua visione artistica, lo strumento che meglio si presta ad esprimere il concetto.La pittura di Umberto Albanese si articola in cicli pittorici caratterizzati da tecniche e cromatismi differenti che intraprendendo percorsi autonomi, non si assoggettano ad alcuna regola, se non quella di soddisfare la ricerca e la costante voglia di sperimentazione dell'artista.Le diverse personali in Italia consentono alle sue opere di varcare i confini nazionali e di entrare in importanti collezioni europee e d'oltreoceano. Nel 2001 è invitato ad esporre al Palazzo delle Nazioni Unite di Ginevra.I suoi quadri astratti dai colori brillanti suggestionano i numerosi visitatori e trovano il consenso della critica. L'interesse suscitato spinge così il Presidente del Comitato per le Arti dell'O.N.U., Pierre Pelou, a prorogare l'esposizione. Tre opere, acquisite nella collezione del Palazzo vengono collocate in permanenza nelle sale della Biblioteca e nel salone dei protocolli.  In seguito è invitato ad esporre in diverse località in Francia, Svizzera,Austria, oltre che in Italia. Nel 2004 Linda Siegel lo presenta alla rassegna "Elegant Abstract" presso la Don'O Melveny Gallery a Los Angeles. Successivamente debutta a New York con due personali: "Memory's Labyrinths" (2005) e "From dusk to dawn" (2006) a cura di Leah Poller; dopo espone al Museo Michoacano di Morelia in Messico, nel 2007 a Londra con "A magical journey within" alla Coningsby Gallery e a Lecce con la mostra "Il vuoto ritrovato" a cura di Marco Di Capua. Nel 2008 l'Ambasciata d'Italia in Corea lo invita a Seoul organizzando un'esposizione di oltre sessanta opere alla Galerie Pici prima e poi alla Kim's Gallery di Daegu. Nel 2011 partecipa alla 54 Biennale di Venezia, intanto alcuni suoi lavori vengono acquisiti nelle collezioni permanenti di diversi Musei d'Arte Contemporanea. In questi anni, i dipinti iniziano a perdere quel tripudio cromatico che li aveva precedentemente caratterizzati, divenendo più informali e dalla superficie graffiata, incisa e scavata, talvolta increspata o levigata. Nel 2013 l'Istituto Italiano di Cultura di Seoul lo rivuole in Corea esponendo "Untitled", a cura di Lee In-Seob, nel prestigioso Chung-A Art Center. La sua prima antologica "Aristotelica" viene ospitata al Palazzo Vernazza di Lecce nel 2016 a cura di Toti Carpentieri e l'anno seguente a Colonia nell'Istituto Italiano di Cultura a cura del Direttore Lucio Izzo. Prosegue intanto, la sua indagine sulle potenziali variazioni ottiche del colore e della luce, con una palette cromatica che si modifica gradualmente passando dai colori accesi a quelli smorzati e terrosi, con sfumature di rame o di pallido oro. La sua volontà di esplorare e sperimentare non trova sosta perchè mai appagata pienamente, questo è ciò che caratterizza la sua arte: un viaggio verso emozioni assolute.
Il lavoro di Albanese è censito da testate giornalistiche nazionali ed estere (La Repubblica - Il Giornale - Il Gazzettino di Venezia - Hedge - Nobligè - Corriere delle Alpi - Quadri e Sculture - Il Giornale d'Italia - La Gazzetta del Mezzogiorno - Accrochage -Il Quotidiano di Lecce -Il Giornale della Previdenza - Les Affiches - Le Dauphinè libere - The Korea Times) nonchè dagli organi d'informazione RAI.

TORNA SU